- s e s t o   c i c l o -

Interconnessioni dinamiche. Strutture gerarchiche e modelli intelligenti



 
 
 

15 INTERCONNESSIONI DINAMICHE 13 maggio 2002

 
E abbiamo individuato il fatto che le domande interessanti appartengono a due famiglie: 
  • A: Capire un formalismo forte per generare oggetti 3d (lezione 13)
  • B: Trovare un sistema intelligente per trasmettere (gestire, organizzare, le informazioni) 
B. Trovare un sistema intelligente per trasmettere (gestire, organizzare, le informazioni) 
 

5° quesito di Leonardo
Come si strutturano in modo EFFICIENTE, INTERATTIVO e INTELLIGENTE i dati che abbiamo trasmesso fino ad ora?
 

Per esempio se voglio mandare il modello di 5 cubi: trasmetto 1 blocco base e poi trasmetto le 5 specifiche posizioni e/o spostamenti.
3 parametri: scala, localizzazione e rotazione. 3 operazioni perfettamente congruenti con il fatto che il blocco base è gia descritto

Si genera così un associativismo  come lo definisce Bernard Cash al Festival Video di Firenze.

Quali conseguenze?

  • Stabilisce una sintassi
  • Si possono creare delle librerie
  • Blocco madre/figli, discendenze (cioè far interagire il blocco madre) --> gerarchia degli oggetti
    • Mondi complessi
  • Si può modificare la struttura con estrema semplicità
La struttura acquisisce un livello di dinamica logica interna che è ESPLOSIVA

Gerarchie: famiglie di oggetti
Esempio:

    A. spazi esterni
    B. volumi primari
    C. volumi secondari
    D. accessori
aggregazioni, costruzioni gerarchiche,…

1° livello: EFFICIENZA
 facilmente deformabili, modificabili.., materiali, animazioni

2° livello: INTELLIGENZA
 

3° livello: INTERATTIVITÀ
 ambienti Strata Vision, Vector Words, in ambiente AutoCad block, shell, Maya

From The Past: le nicchie
 


 
 
16 LA Vs IT REVOLUTION 15 maggio 2002

 
 
Calendario d’esame e ricerca tematica
Collana IT Rev e altri link utilI.

 
17 LA RIVOLUZIONE INFORMATICA IN ARCHITETTURA 20 maggio 2002

 
 
La forza produttiva principale nella nostra fase è l’informazione.
 
 
 

I. INFORMAZIONE COME COMUNICAZIONE

  • COSTRUZIONE. L’informazione è diventata la materia prima dell’architettura. All’oggettività del bisogno si sostituisce la soggettività del desiderio.La struttura, la costruzione è meno importante di una volta. I valori aggiunti (immagini, impianti, etc) hanno assunto così tanta importanza da diminuire il valore della costruzione, e da far passare in secondo piano la ricerca di un’ottimizzazione strutturale, come potrebbe essere ad esempio costruire con il minimo materiale (es.fra le qualità del Guggenheim di Bilbao la razionalizzazione della struttura non è certo tra i primi valori).“L’ingegneria è l’arte del possibile” formula Calatrava. 
  • CONCETTO DI CITTÀ. La città dalla fase di forte espansione, tipica dell’era industriale, passa a quella di implosione (si opera negli interstizi, nella complessità, si inseriscono attraversamenti, passaggi, palinsesti…) e il paesaggio diventa un’arma di riconsiderazione del rapporto tra natura e città. 


La progettazione passa da un metodo induttivo [bottom up] ad un metodo deduttivo [knowhow], muovendosi cioè su di un’idea base, passando così da un vocabolario astratto ad una narrazione.
 
 
 

II. INFORMAZIONE COME PRODUZIONE

  • FUNZIONE. Importante nella città industriale era la metafora dell’orologio, tutto era diviso ed organizzato come una catena di montaggio. Oggi l’orologio sta dappertutto, non è più localizzabile come allora (campanile, stazione…) e sta alla base di ogni cosa (computer); non ci sono più le fasi funzionali e si può lavorare ovunque, tutto viene mescolato, secondo un’idea di tempo sempre più fluido. Questo ha un’influenza sulla città, che diventa implosiva ed antizoning, mista e dinamica.
  • CATALIZZATORE. La trasparenza era la maniera di rappresentare lo spazio ed i suoi oggetti. Oggi da un mondo oggettivo, siamo passati ad un mondo soggettivo, dove il ruolo principale è quello dell’interattività, il nuovo catalizzatore, che lavora su due livelli: 
1° livello: informazione
2° livello: produzione

Nell’era industriale la struttura era all’interno permettendo una libera soluzione esterna (5 punti di Le corbusier).
Oggi invece, la struttura ritorna nell’elemento esterno e sono proprio le membrature strutturali esterne a conformare lo spazio e l’architettura.
 

III. INFORMAZIONE COME CRISI ESTETICA

Come faccio a fare dell’informazione una soluzione, trasformare, cioè, una crisi in un’opportunità?

La nuova architettura si deve confrontare con la MUTEVOLEZZA e la DINAMICITA'. 
Il passaggio logico fondamentale, dunque, è collegare l’interattività all’architettura.
E qui si pone il problema di come uscire dalla macchina, dal computer per poi reinterfacciare il tutto nella realtà, operazione svolta dai sensori, che catturano dei dati della realtà e li trasformano all’interno di un paradigma scientifico.
 

3 livelli di Interattività:

  • Per interattività fisica, che è quella più vasta, intendiamo uno spazio architettonico che si modifica al variare di alcuni imput, dati, desideri. Un esempio è la Torre dei Venti di Toyo Ito che trasforma i dati in entrata in dati in uscita (colori,luci,suoni) attraverso dei sensori. Anche J.Nouvel  nel "padiglione del mondo arabo " trasforma la tecnologia in elementi innovativi, modificando l'architettura al variare della luce. Interattività altamente innovative  sono quelle delle pareti mobili mosse da pistoni che reagiscono a stimoli esterni dei  D'ECOI. Lo stesso Calatrava fa una pensilina a Venezia che si muove a rotazione, anche se egli, però, non lavora molta con l’interratività, bensì sull’idea che “l’architettura si muove”, si apre e si chiude, secondo un movimento meccanico e non guidato dal computer.
    Ito, Nouvel, Calatrava, Watanabe, Decoi.
  • Per interattività proiettiva si intende non un cambiamento dell'ambiente fisico ma proiezioni  preconfezionate e non, in tal caso dipendenti da sensori. Le superfici digitali del gruppo NovaK nel padiglione greco dell'Expo 2000, si basano su uno spazio invisibile ,che non c'è. Una  rete di sensori muove uno spazio digitale proiettato su una parete che reagisce ai movimenti delle mani che traducono il movimento in oggetti 3D e suoni. 
    Ranaulo, Novak
  • interattività processuale

  • Gehry

 
18 ANCORA DEI TRIANGOLI: GIUSEPPE TERRAGNI 22 maggio 2002

 
Giuseppe Terragni nasce nel 1904 a Como da una famiglia di costruttori, proprietari di una piccola impresa. Nel 1926 fonda ancora studente al Politecnico di Milano il Gruppo 7, nucleo storico del razionalismo italiano (Terragni, Rava, Figini-Pollini…). Tutta l'attività di architetto, dal 1925 al 1943 anno in cui trentanovenne muore, si svolgerà a Como.
Questi diciotto anni, tre dei quali passati in guerra, sono anni intensi, interamente e appassionatamente dedicati all'architettura, affrontata nei suoi aspetti progettuali e teorici ma anche nei suoi risvolti politici. 
Di Terragni oltre  agli edifici costruiti e a numerosi progetti,ci rimangono parecchi quadri e numerosi scritti. Dall' insieme della sua opera emerge una fiduciosa e totale adesione al fascismo, almeno a quel fascismo che illuse molti giovani attratti dalle apparenze rivoluzionarie di un regime, che adombrava un risvolto sociale a favore delle masse (d'altronde l'origine politica di Mussolini era socialista). 
Sarà solo alla fine degli anni trenta e poi in modo più netto, con la seconda guerra mondiale, che molti di coloro i quali avevano creduto nel fascismo come "rivoluzione moderna" scopriranno il prezzo pagato per quella modernizzazione.
Terragni fu tra questi e con lui Pagano , i BBPR . 
  • Il suo primo lavoro è l’Hotel Metropole: un rivestimento di 2 piani,di chiara derivazione Art Nouveau, realizzato attraverso una serie di storpiature, per le quali si dovrà anche difendere da un’accusa di ignoranza, spiegandone le ragioni funzionali.
  • Intorno al ’27 costruisce un monumento ai caduti nel comune di Erba, vicino Como: la novità sta nell’avere dato un’interpretazione del monumento non scultorea (tipo baionette..) ma paesistica e metaforica.
  • Si occupa anche di alcuni progetti di tombe (studi su elementi volumetrici, attenzione al chiaro-scuro), di repertorio stilistico accademico, con frequente uso di ordini.
Negli anni Venti a Milano si studia il Barocco, Boito si interessa allo stile medioevale, [nel politecnico si esercitavano in copie di edifici antichi e progetti in stile: romano, medioevale, rinascimento, barocco]
Terragni  si interessa al  Manierismo di Michelangelo con il suo gigantismo e la ricerca scultorea, e si interessa all'opera di Le Corbusier "Vers une architecture ",e si pronuncia ,contrariamente al movimento d'avanguardia tedesco, legato si' alla modernità ma miscelata con le radici storiche, partecipe tanto dello spirito meccanico quanto di quello greco, fondato sulla purezza, l'assoluto, le proporzioni, la matematica. 

Siamo tra il 1926/27 e gli architetti del Gruppo 7 scrivono articoli che echeggiano le tesi di Le Corbusier.
Nel 1928 si ha la prima mostra di architettura razionale italiana a Roma in via Nazionale. Si usava il termine “razionale” in ampia scala, intendendo per razionalismo l’opposto dell’organicismo, ma ciò non è vero perché il razionalismo è italiano e razionalisti sono gli architetti di quel periodo.

Collaborazione con Lingeri. La Triennale nel 1933 da Milano viene trasferita a Monza: Lingeri è invitato. Viene chiamato anche al Weissenhoff di Stoccarda.
L’architettura di Terragni cambia: 
 

  • l’officina del gas a Como (non realizzato) è il 1° edificio che aderisce al nuovo credo razionalista i 4 corpi aderiscono ad una logica compositiva che viene dal costruttivismo russo, da Le Corbusier), qui compare il telaio, elemento caratterizzante le sue opere.
  • La Torre ai caduti di Como su disegno di Marinetti
  • Il Negozio Vitrum
  • L’Albergo-posta


Comunque di tutte le opere di Terragni, tre, tutte a Como, sono considerate le più significative per chiarezza  e programmaticità, ma anche perchè rappresentano tre momenti della personalità dell'architetto:
 

  • il Novocomum, 1928-29 è il primo edificio moderno italiano (le prime architetture moderne realizzate in Italia sono due: il Novocomum, appunto, e il Palazzo Guarino di Pagano a Torino). Edificio ad appartamenti, fu costruito a completamento di un analogo  ma eclettico edificio residenziale esistente. Terragni gioca su un' analogia oppositiva, ricordando elementi che rimandano ad un'architettura dell'edilizia tradizionale. Le piante degli appartamenti sono ancora  tradizionali ma all'esterno un nitido volume bianco, squadrato nella parte superiore, sfondato e scavato ai due angoli estremi con gli ingressi che caratterizzano l'intero volume; un cilindro vetrato attraversa la parte scavata, in un gioco di vuoti e pieni che si scompongono, attraverso le linee orizzontali determinate dai piani, dalle solette e dalle balaustre.  Fin dall'inizio l'edificio venne chiamato il transatlantico, per quel suo aspetto così essenziale, per quella apparenza funzionale senza inutili decorativismi, per quelle finestre ampie e ritmate verso il lago. Il NOVOCOMUM divenne presto il manifesto del razionalismo, presentato ancora in progetto alla prima esposizione  di architettura razionale italiana nel 1928 a Roma. 
  • la Casa del Fascio, 1932-36, architettura pervasa da contenuti politici, in quanto sede del partito nazionale fascista di Como. L'edificio sorge alle spalle del Duomo, oltre la ferrovia ,ai piedi della collina di Brunate e si proclama vincitore sulla natura circostante inserendosi come un astratto semi-cubo. Non elemento statico ma dinamico nei suoi elementi,forzandoli in una chiave particolare,simbolica. La casa del Fascio si presenta con il volume squadrato di un palazzo,al quale si è sostituita  la struttura muraria con una in cemento armato. La gabbia di pilastri e travi è svuotata  nella parte centrale ,la corte, mentre all'esterno essa appare in parte piena in parte scavata. Le quattro facciate,tutte diverse eppure  disegnate su una rigorosa maglia modulare ,presentano nel gioco delle superfici chiuse  e di quelle finestrate una rispondenza con l'impianto base. Ma a differenza dei palazzi rinascimentali  la Casa del Fascio ha una prerogativa nuova :la trasparenza. Vuole rendere visibile l'interno ,mostrando a tutti il funzionamento della macchina del partito, dando forma a quelle parole che volevano il fascismo come "casa di vetro". Terragni esprime con la propria architettura la personale aspirazione a costruire un mondo sinceramente moderno  contro il passato e la tradizione. 
  • l' Asilo infantile, 1936-37: opera altamente lirica. 


Nel periodo ‘32-‘36 progetta cinque case a Milano. Sono case da reddito: edifici multipiano che prendono il nome dal proprietario che in genere vi risiede all’attico (di solito 1 villa)
 

  • Casa Toninello (’33) in via Perasto
  • Casa Ghiringhelli (‘33)
  • Casa Rustici (‘33-‘35) a corso Sempione: costruita in collaborazione con Lingeri, costò a Terragni  molte fatiche, perché si oppose al modello ottocentesco della casa a corte, a isolato in un lotto cittadino e  si mosse in questo con 2 stecche, come corpi liberi, seguendo le regole del funzionalismo risucchiando così la città dentro, idea dell'abitare non più separato; il grande telaio fa da quinta urbana.
  • Casa Lavezzari(‘34-‘35) in piazzale Morbegno
  • Casa Rustici-Comolli (‘34-‘35)


Seguono poi case unifamiliari dai volumi più liberi:
 

  • la casa del floricoltore, 
  • la villa bianca
  • la casa sul lago


Intorno al 1937: fase di resa perché il contesto italiano cambia rapidamente. L’Italia è coinvolta nella guerra di Spagna e si allea con la Germania nazista. Clima plumbeo. Presenza autarchica: non si possono più usare materiali moderni, ma prevale una tendenza monumentale e neoclassica. Terragni realizza opere, partecipa a concorsi, tiene duro sull’astrazione, sulle componenti di stile della sua architettura.
 

  • Tomba Manbretti / Danteum :Terragni progettò questo edificio mai realizzato lungo i Fori Imperiali  per celebrare il poema di Dante. E' una macchina evocativa, un'architettura allegorica, atipica, non è un trattamento in superficie ma organizza lo spazio in modo metaforico: Purgatorio, Paradiso, Inferno  uniti in un percorso a spirale, come elementi a quote diverse.


Concorso per l’E42. Organizzazione a carattere semantio. Maglie strutturali/spazi.
Casa del Fascio di Rissone. Effetto di dissassamento e sconnessione.

Ultima opera la Giuliani-Frigeri. Obbligato a costruire su muri portanti

Il 4 Settembre del 1939 è chiamato in guerra
 


 
19 ULTIMA: SAGGIO SU EISENMAN 5 giugno 2002

 
Parole-chiave:
 
  1. implosione
  2. trivellazione
  3. palinsesto --> contesto
  4. associazioni processuali / metaforiche
  5. in-between
  6. oscillazione


Questo percorso parte da Terragni, nel senso che:
Maestro di Eisenmann negli anni ’60 è un inglese, Colin Rowe, che inizia un nuovo tipo di critica dell’architettura, con coordinate nuove:  riportare l’oggetto architettonico all’interno delle sue leggi formative, cioè svincolarlo dalle componenti storiche-stilistiche, provocando un interessante appiattimento dell’architettura. Conseguenza è la possibilità di collegare e paragonare oggetti architettonici di epoche diverse (es. Palladio e Le Corbusier). 
Eisenmann si forma quindi sulla scia di questo metodo. C’è inoltre, una conoscenza dell’Italia che non è conoscenza storiografica, ma mirata proprio all’interno di questa costruzione e ricerca mentale e proprio qui inizia il mito Terragni.

Italia anni 50/60: Terragni non era molto studiato, era ancora invischiato nella polemica architettura fascista/ non fascista. Ha campo libera di ricerca in questa fase.
Tesi di dottorato nel ’63: The formal basis for Modern architecture. L’architettura è indagata con una serie di schemi sintattici formali.

I suoi studi su Terragni si concentrano soprattutto su 2 opere, l’una l’opposto dell’altra e su cui effettivamente scriverà:

  • la casa del fascio (erosione/implosione: movimento dall’esterno verso l’interno --> stratificazione spaziale)
  • l’ultima opera, la Giuliani-Frigeri (progettata sul principio di esplosione, neoplasticismo: le parti si disarticolano con un movimento dal dentro al fuori)


Come mai si occupa di questi due aspetti apparentemente così contradditori?

A metà degli anni ’60 comincia ad avere incarichi per la costruzione di case soprattutto per artisti e saranno per lui case-laboratorio. La più importante di esse è:
 

  • House II, 65/66 - sintesi ed incontro di queste due forze opposte: erosione-esplosione. Concetto di implosione (esplosione trattenuta in uno spazio definito). Proporzioni simili alla casa del fascio.
Fine anni 60 - casa tipica del processo successivo: ricerca di sovrapposizione con altre attività o discipline, soprattutto con la sfera artistica-filosofica. Teorizzazione di un approccio all’architettura che ha negli anni ’70 il suo massimo splendore: la tesi del linguaggio
Scollamento tra architettura e il contorno, sganciamento dell’architettura da ogni semantica,l’architettura si fa se stessa e qui si inserisce il lavoro di Eisenman e dei Five Architects: l’architettura non sa rispondere alle nuove problematiche. 
Architettura che diventa TESTO; tutto ciò che è intorno all’architettura è PRE-TESTO.
Eisenmann è definito da Tafuri il “terrorista della forma”.
 
  • House III: siamo all’interno del “gratuito”, 2 cubi ruotati ed incastrati
  • House VI, 74/75: qui Eisenman lavora sul concetto di volume, “congelando la dimensione semantica (rapporto con il sito, con la costruzione…), la dimensione sintattica (linguistica) prende il sopravvento”
  • House X, '77: ritorna ad un doppio ragionamento. Modello quadripartito (uno dei modelli wrightiani, schema del Danteum); rende autonomi i 4 quadranti, ciascuno al suo interno ha un proprio sistema di distribuzione. Questa distribuzione si rifà anche al sito, infatti mentre le costruzioni precedenti si muovono come “oggetti puri che poggiano su un vassoio”, qui rientra in gioco anche il sito e il materiale (reti, tile).
  • FIN D’OU T HOU S, '83: da questo momento la svolta: inizia un nuovo ciclo, quello che sta ancora vivendo


Quadro generale: 
alla fine degli anni ’70 alla parola-chiave LINGUAGGIO si sostituisce sostanzialmente la parola CONTESTO
È il periodo del movimento post-moderno, di cui consideriamo 3 caratteristiche:

  • non potendo continuare l’espansione della città-macchina si decide di lavorare all’interno della maglia, degli interstizi, infrastrutture e meccanismi già esistenti.
  • la prima componente si sposa abbastanza naturalmente con la riscoperta dei sistemi tradizionali di fare architettura; si parla di MEMORIA dell’architettura e di storicismo (Michael Graves, Paolo Portoghesi).
  • gli architetti post-modernisti sostengono che non è vero che l’architettura debba essere astratta e all’avanguardia, ma anzi deve comunicare dei VALORI CONDIVISI, attraverso elementi dell’architettura tradizionale
il 1980 è l’acme di questo movimento, in Italia è l’anno della mostra “La memoria del passato” alla Biennale

Questo modo di ragionare spiazza completamente l’atteggiamento di Eisenmann verso l’architettura. La sua risposta a questa crisi: indagare il CONTESTO-->PALINSESTO (pergamene medioevali su cui si scriveva, si cancellava e si riscriveva, ma rimanevano sempre tracce di filigrana degli scritti precedenti --> layer). Il contesto rientra in gioco come oggetto critico.
Anno ’78: per la biennale di Venezia fa un progetto a metà tra il concettuale e lo scientifico. Si tratta dell’ampliamento di una galleria esistente, in California. Le giaciture del progetto nascono dalle analisi delle mappe storiche. Non vi è più distinzione tra l’oggetto costruito ed il terreno, in quanto ora fanno parte di un disegno unico, all’interno della logica delle tracce disvelate.
La sua è una doppia operazione:
• usa la parola chiave del momento (contesto)
• lo fa con armi nuove

’85 Iba a Berlino: minerale emerso

Eisenmann capisce abbastanza presto come fare interagire 2 sfere:

  • quella di natura concettuale-scientifica (che lui assume come modello dell’architettura)
  • la maniera dell’architettura di misurarsi con questa


Geometria booleana

Mostra dell’architettura decostruttivista (ca 1988)

In-between (inserimento): modalità interstiziale
Progetto per un campus universitario, invece di estendersi nel sito, situa il progetto tra gli edifici esistenti. Galleria interna a vari piani. (Bastioni: unico segno post-modernista presente nei suoi progetti)

Altra operazione importante è la tecnica dell’oscillazioe o vibrazione della forma [analogia con il futurismo italiano]
 

  • Casa Guardiola, 1988: la Elle viene ruotata e vibrata sia in pianta che in sezione, da ciò ne scaturisce una serie di movimenti e di spazi (si può leggere come fosse il movimento oscillatorio dell’acqua del mare sulla sabbia)
  • Aranoff Center (scuola d’architettura); nasce dall’oscillazione di due corpi uno a zig-zag (esistente) e un altro ondulato. È facile leggere qui la combinazione di più meccanismi: in-between, palinsesto ed oscillazione.
  • Chiesa per il 2000 a Roma, qui intraprende altri discorsi: edificio come movimento di zolle di paesaggio.

 
 
TUTORIAL
cfr. il sito dell'Arch.De Luca
3D STUDIO E TECNICHE AVANZATE
giugno 2002

 
 
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